Global branding: competitivi nel mercato internazionale

Letto il Rapporto sul commercio estero L’Italia nell’economia internazionale, che si è tenuto ieri a Napoli e che ha visto la partecipazione di membri della politica e di imprenditori, sono stati analizzati i dati italiani dell’export nel 2021 e la situazione è sembrata incoraggiante a un primo livello di analisi. Poi ci si è chiesti: ma la guerra cosa comporterà per il mercato italiano all’estero? Queste previsioni riescono davvero a prevedere le derive di una guerra che sta colpendo tutta l’economia globale? Il futuro è sempre incerto, più che mai quando si parla di economia internazionale.

La tendenza di questi ultimi anni, durante e dopo la pandemia, ha accresciuto l’attenzione verso processi di cambiamento necessari per l’economia italiana, che erano già in atto: la digitalizzazione, lo spostamento della domanda mondiale verso l’Asia, salute e sostenibilità, tutti valori fondanti di un’economia sempre più proiettata all’export dei prodotti italiani. Ma ha anche messo le imprese di fronte a nuove sfide: le strozzature di alcune supply chain, la ridotta capacità della logistica internazionale e, soprattutto, l’inflazione e la conseguente stretta avviata sui mercati monetari con le difficoltà di approvvigionamento, soprattutto di materie prime e forniture energetiche.

Quindi, bene per l’export, ma cosa sta succedendo nell’economia interna? L’Italia sta facendo passi da gigante, secondo i dati stimati, nella sua internazionalizzazione produttiva, come mai invece nel nostro mercato nazionale non si possono ancora registrare dati così incoraggianti? Le risposte possono essere molte, così come le soluzioni.

Essere competitivi sul mercato internazionale e stare al passo con le dinamiche di un mercato globale in evoluzione non procede di pari passo con la creazione di una identità di brand forte all’interno e all’esterno del proprio mercato di riferimento. La pressione di brand internazionali è diventata schiacciante in Italia e sta mettendo a repentaglio l’esistenza stessa di un Made in Italy forte e competitivo.

E quindi ecco la soluzione: assestarsi nel mercato italiano con una presenza di marchio forte e costante, così come all’estero. Creare una base nazionale di consenso consumistico significa consolidare le fondamenta del proprio brand per poi dare vita a un international business competitivo su entrambi i fronti.

Il nostro obiettivo professionale mira a far diventare gli italiani i primi “testimonial reali” della bontà e dell’affidabilità dei nostri prodotti, ottimizzando le performance dei brand attraverso azioni marketing e di comunicazione che ne diffondano i sani valori economico-produttivi. La comunicazione delle nostre produzioni deve diventare un must di pensiero per la più ampia fascia di mercato dell’imprenditoria italiana. Obiettivo del 2023? Comunicare prodotti e territori, espandendo la cultura italiana in Italia e nel mondo.